Occhirossi Festival 2013 (Fase uno).

OcchiRossi è un progetto collettivo che promuove cultura fotografica indipendente.

In una società incentrata sulla comunicazione visuale, dove il rapporto tra fotografi e fruitore è incessantemente filtrato e manipolato, OcchiRossi prova a scardinare il meccanismo di ricodificazione delle immagini tentando di eliminare le intermediazioni economiche e culturali tra chi produce fotografia e chi la fruisce.

OcchiRossi realizza una comunicazione libera e indipendente attraverso: azioni fotografiche, mostre ed eventi, produzioni editoriali, workshop, seminari.

Il progetto, inoltre, nasce da una serie di riflessioni sul ruolo degli spazi espositivi e sul loro rapporto con il territorio e sulla necessità di facilitare l’accesso alla formazione fotografica e artistica in generale.

OcchiRossi è  una rete di camere oscure autogestite, associazioni culturali, singoli fotografi e fotografe.


Fase 1

Casalbertone

Le mostre invadono la città.

Luoghi non convenzionali quali bar, panetterie, edicole, trattorie, fruttaioli, parrucchieri ecc. diventano spazi espositivi. Portare la fotografia ovunque allo scopo di liberarla e renderla accessibile a un pubblico non specializzato.

 

Ecco, ad esempio, alcuni spazi espositivi dedicati alle mostre:

 

 

Il calzolaio da Angelo

 

La tintoria Giancarlo Campoli

 

Il vapoforno Frillocchi

 

La gelateria da Nannì

 


Roma. Casalbertone

Lo scorcio di una mostra presso "I Magazzini Popolari".

Il 16 marzo 2013 sono state inaugurate le prime 15 mostre del circuito OcchiRossi Festival 2013. Il quartiere che le ospita e’ Casalbertone, zona via di Portonaccio.


 

Il progetto "Sulla via"

di Alessandro Iazeolla

 

Presenze irreali in uno spazio che si contrae, mentre il tempo si dilata.
Progetto realizzato sui mezzi pubblici di linea urbana
utilizzando apparecchi a foro stenopeico e pellicola b/n.
 

ANTEPRIMA 
presso Il Gelato di Nannì, via Domenico Cucchiari n°27, Roma. Dal 15 marzo 2013.
 

Dilatazione del tempo e riduzione dello spazio sono le percezioni che marcano l’esperienza
quotidiana dei pendolari urbani.
Persone che condividono a lungo uno spazio materiale, senza entrare in contatto ontologico.
Presenze concrete, tangibili, con cui si negozia una contiguità fisica; eppure eteree, diafane,
provenienti dalla casualità e destinate all’indeterminatezza e all’inconsistenza.
Il progetto SULLA VIA è il tentativo di interpretare questo incontro.
Per descriverne le sensazioni ho scelto un mezzo tecnico elementare, basato su un principio
ottico che appartiene alla storia stessa del genere umano: la camera obscura.
Un piccolissimo foro (stenopeico) praticato in una parete molto sottile si comporta come il fuoco
di una lente. Ma, a differenza di questa, proietta un’immagine vaga, offuscata, tenebrosa,
eppure al contempo, per la vastissima prospettiva abbracciata, passivamente ricettiva delle più
dissonanti informazioni.
Uno strumento ideale per il racconto dell’ambiguità di questo appuntamento inerte, di questa
partecipazione involontaria, di questa convivenza rassegnata e priva di connotazione identitaria
eppure segno metropolitano e rito collettivo.
 

Il progetto si ispira ad alcuni lavori di Walker Evans realizzati tra il 1938 ed il 1940.

Si trattava di ritratti di viaggiatori della metropolitana di New York.

Nella luce bassa delle carrozze oscillanti della metropolitana, dove fotografare senza il permesso

della polizia era illegale, Evans si trovò di fronte a considerevoli difficoltà tecniche che divennero

parte integrante del progetto stesso.

Con una macchina nascosta sotto il cappotto, aspettava finché riteneva che la persona fosse

inquadrata correttamente. Solo allora scattava usando un cavo che gli passava sotto la manica

per comandare l'otturatore (1).

 

 

 

(1) Geoff Dyer, L'infinito istante, saggio sulla fotografia. Eiunaudi, 2005.

 

 

Qui sotto, la speciale borsa di tela che ho realizzato per posizioare l'apparecchio pinhole. Tenuta sulle

ginocchia, al momento opportuno l'alzo della veletta per il tempo necessario all'esposizione consente

la ripresa.

 

 

 

 

 

 

 

Pannello 1: Sui mezzi di superficie, le immagini ritraggono persone casualmente sedute nel medesimo
posto in un autobus di linea urbana per una sequenza predeterminata di giorni con l'uso di una stenopeica
a pellicola del formato 4,5x6 cm nascosta in una borsa (sequenza 1-4).
Tecnica: Camera stenopeica a pellicola, nascosta in una borsa.
Formato fotogramma: cm. 4,5 x 6.
Tempo di esposizione: 30 secondi.

 

 22/02/2011                                                                         23/02/2011

 

 

 04/04/2012                                                                         05/04/2012

 

 06/04/2012

 

 

 

Pannello 2: Sulle banchine di attesa e fuori dalle stazioni metropolitane, l’uso di una stenopeica
anamorfica di grandissime dimensioni (appositamente realizzata) ha fornito immagini della dimensione di
un intero film tipo 120 (cm 80x6) con un angolo di campo di circa 127° (sequenza).
Tecnica: Camera stenopeica anamorfica a pellicola.

Formato fotogramma: cm. 80 x 6.
Tempo di esposizione: 270 secondi.

 

 

 Particolare del negativo presentato stampanto su carta baritata, lunghezza cm 80 

 

 

 

Alcune immagini pubblicate su StenopeiKa.com

 

 

 

 

Alcune immagini della piccola esposizione