Roma, basilica dell'Ara Coeli, ricerca comparativa su dettagli architettonici dei prospetti.
Roma, panorama dai tetti del Campidoglio. Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Sironar N 300 mm su diapositiva Kodak Ektachrome, 100 ISO. |
La prof.ssa Angiola Maria Romanini (1) è stata il più autorevole
studioso di Arnolfo di Cambio. Al nome di Arnolfo sono legati alcuni tra
i vertici dell'architettura occidentale tra Due e Trecento, da S. Maria
del Fiore a S. Croce, da Palazzo Vecchio alla sistemazione urbanistica
della Firenze di Dante. E tuttavia non sussiste oggi una sola opera o
parte di opera architettonica in cui si possa riconoscere con sicurezza
la sua mano, salvo una serie di straordinarie sculture pertinenti, in
origine, ad architetture o a microarchitetture o tuttora sussistenti
entro microarchitetture: e salvo, inoltre, quattro di queste ultime
giunte sino a noi — intere o in frammenti — non solo documentate ma
anche datate e firmate dallo stesso Arnolfo e in due casi — i cibori di
S. Paolo e S. Cecilia a Roma — tuttora conservate in situ pressoché
integre (2).
La presenza costante di uno stesso metodo operativo non è
sottovalutabile. A questa luce si dovrà ora ristudiare la presenza di
Arnolfo caput-magister nelle macroarchitetture che gli vengono
variamente attribuite: a partire dall'Aracoeli a Roma.
Ai fini della ideale ricostruzione della tecnica arnolfiana, tanto
determinante per decifrare anche le sue opere monumentali, la Romanini
mi richiese una documentazione fotografica della struttura costruttiva
delle finestre dell’Ara Coeli per la cui realizzazione fu necessario
salire sui tetti del Campidoglio. Acquisite le necessarie autorizzazioni
ci spingemmo fino al camminamento superiore del michelangiolesco Palazzo
Nuovo in Piazza del Campidoglio, che costituisce assieme con Palazzo dei
Conservatori la sede dei Musei Capitolini. Note: (1) docente di Storia dell’Arte Medievale, Università La Sapienza di Roma. (2) A. M. Romanini, Arnolfo "architectus", in Studi in onore di Giulio Carlo Argan, Scandicci, La Nuova Italia Editrice, 1994, pp 71-94.
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Basilica dell'Ara Coeli, particolare con residui di mosaici. Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Sironar N 300 mm su diapositiva Kodak Ektachrome, 100 ISO.
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Basilica dell'Ara Coeli, particolare con veduta su Roma. Ripresa con banco ottico 4x5", obiettivo Rodenstock Sironar N 300 mm su diapositiva Kodak Ektachrome, 100 ISO. |
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